****
Nei vicoli silenziosi delle città addormentate e nei paesaggi incantati dove la natura regna sovrana, si muovono con grazia silhouette misteriose e sinuose. Sono loro, i gatti, custodi silenziosi di antichi segreti e narratori di storie sospese nel tempo. Come possiamo noi, semplici mortali, osare svelare i misteri delle anime con la coda?
Immaginate di passeggiare lungo un sentiero di campagna, il cielo dipinto di un tramonto arancione, e vedervi sfiorare i piedi da un gatto nero, i suoi occhi come due gemme verdemarino che brillano nell’ombra crescente. Che storie potrebbe raccontarci se solo parlassimo la sua silenziosa lingua?
I gatti, si dice, scelsero la compagnia umana millenni fa, nelle terre calde e dorate dell’Egitto antico. Erano venerati come dei, custodi del divino, protetti per legge da qualsiasi male. Bastet, dea dalla testa felina, signora della casa, dell’amore, della fertilità e protettrice delle gravidanze, veniva rappresentata elegantemente con il corpo di una donna e la testa di un leone. Ma non è forse vero che ogni gatto, nel silenzio del suo sguardo, porta con sé un frammento di quella divinità perduta?
E che dire delle loro apparizioni nei salotti letterari, muovendosi tra le pagine di Colette, Hemingway o Bukowski, che vedevano nel gatto un compagno di vita non solo fisico, ma spirituale, un simbolo di indipendenza e ispirazione creativa? Charles Baudelaire nei suoi “Fleurs du Mal” parlava dei gatti come di creature quintessenziamente misteriose, “plus que tout autre, ils éprouvent la volupté de se sentir vivre”. Più di chiunque altro, godono del piacere di sentirsi vivi.
Forse non è un caso che queste creature siano state ammantate di una tale aura di mistero. Pensate alla loro capacità di vedere in condizioni di luce quasi nulle, i loro occhi che riflettono piccoli mondi ignoti. E la loro agilità, con la quale possono compiere salti prodigiosi, sfidando le leggi della fisica come solo creature partecipi di un mondo parallelo potrebbero fare.
Nel folklore, troviamo racconti di gatti che attraversano le dimensioni, che camminano sui confini tra il mondo degli spiriti e quello dei vivi. In Giappone, il Maneki-neko, il gatto che chiama con la zampa, non è solo un simbolo di buona fortuna, ma un intermediario tra mondi e desideri.
E mentre il crepuscolo scende e le ombre si allungano, osservando un gatto che si avvicina furtivamente, dobbiamo chiederci: quali segreti viene a sussurrarci con il suo morbido miagolio? Nella sua elegante solitudine, quali verità nasconde?
Così attraversiamo la notte, accompagnati da questi enigmatici compagni, riflettendo sul mistero immutabile che è il gatto, sperando che, magari in un soffio di vento o in un bisbiglio appena percettibile, possiamo finalmente comprendere i segreti sussurrati dalle anime con la coda. Chi può dire che magie potremmo scoprire se solo imparassimo ad ascoltare?
Rendi la vita del tuo gatto ancora più speciale! Condividi con noi i tuoi trucchi nei commenti. 🐾